• 06/11/2020
Shinichi Fukuoka
La vita di Arimaki
C'è una piccola creatura chiamata Arimaki (Aphidoidea). Ha le dimensioni di un seme di sesamo a forma di fuso, e quando la guardi da vicino con una lente d'ingrandimento, ha sei zampe sottili. In altre parole, Arimaki è una specie di insetto. Chiamato anche abramushi, ma ovviamente non è uno scarafaggio. L'Arimaki prolifera per riproduzione parziale durante le buone stagioni. In altre parole, le femmine danno alla luce figlie senza l'aiuto dei maschi. Tutti i piccoli sono femmine. Creano una copia di se stesse nel loro corpo. In altre parole, i cloni nascono uno dopo l'altro. La figlia della prossima generazione (nipote dal punto di vista della nonna) crece nel corpo della figlia che diventerà madre. In questo modo, Arimaki prolifera in modo esplosivo. Potresti vedere innumerevoli Arimaki attaccarsi agli steli delle piante e succhiare il succo per vivere, ma si può dire che questo gruppo sia un gruppo di cloni. Hanno la stessa forma, ma ci sono individui di varie dimensioni. Questa è una differenza generazionale.
Il sistema di clonazione in cui le femmine producono femmine è molto efficiente nella buona stagione. Può aumentare sempre di più. Tuttavia, c'è uno svantaggio. Poiché la composizione dei geni è sempre la stessa, non è possibile creare variazioni. In altre parole, il cambiamento non può essere creato. Le fibre con solo fili di ordito sono deboli. Poiché non sappiamo come cambierà l'ambiente, non dobbiamo solo aumentare per continuare la specie, ma anche creare costantemente diversità. Cioè, c'è bisogna di trame.
Arimaki ha la saggezza per farlo. Quando l'estate è finita e soffia la brezza autunnale, la temperatura scende e arriva la stagione dell'inverno, le femmine creano maschi, non figlie. In altre parole, danno alla luce dei figli. Alterano così la distribuzione dei geni all'interno delle cellule germinali per produrre individui maschi con solo la metà dei geni, piuttosto che femmine come cloni. Il maschio ha un solo ruolo. È un portatore di geni. Lui porta il gene della loro madre a un'altra femmina. I geni vengono quindi mescolati. Questo crea nuovi cambiamenti e nuove possibilità. Questo è il destino essenziale di tutti i maschi. I maschi sono stati creati dalle femmine per i portatori per i geni. Ne più ne meno. La forma base degli esseri viventi è la femmina e il maschio è solo uno strumento. Nella storia della vita, Adamo non ha creato Eva, contrariamente Eva ha creato Adamo.
Il maschio adulto Arimaki ha caratteristiche che non si trovano nelle femmine. È magro, ha le ali. Questo perché ha un corpo leggero e vola lontano. Il maschio alimenta così lo sperma a un'altra femmina. È il gene della madre che è contenuto nello sperma maschile, che viene consegnato a un'altra femmina. A questo punto finisce il ruolo maschile. Le caratteristiche del gene della madre si mescolano con le caratteristiche dei geni di un'altra femmina, fornendo una variazione della femmina con caratteristiche diverse. In altre parole, la genealogia da femmina a femmina crea fili di ordito spessi e forti e la linea di base della vita. Il maschio agisce solo come una trama sottile che a volte fa da ponte tra questi fili di ordito spessi e resistenti.
Quindi, nel mondo biologico, il numero di femmine è generalmente enorme e solo pochi maschi sono necessari. A volte i maschi sono stati creati solo quando necessario, come Arimaki. In origine, tutti gli esseri viventi si sviluppano prima come femmine. Se non succede nulla, la femmina va dritta sulla via reale femminile e diventa una donna ammirevole.
In questo processo, solo gli sfortunati che hanno estratto dalla lotteria il biglietto vincente sono condotti su una strada difficile in deviazione dalla strada reale. Questo è il maschio.